Fine della relazione, ansia da separazione e vissuto depressivo: la ricerca compulsiva di un altro partner
La fine di una relazione causa un lutto: l'altro è andato via, portandosi qualcosa con sé. Qualcosa è andata persa, smarrita, danneggiata. Andandosene, l'altro si porta un pezzo di vita. Questo allontanamento produce una ferita che richiede del tempo per essere rimarginata, curata, alleviata. La mancanza dell'altro, in realtà, non è direttamente collegata alla persona in sé, ma alla funzione che essa svolgeva in termini di gratificazione dei desideri di protezione, accoglienza, riparazione di ferite affettive passate; ovvero, ricompense narcisistiche che l'altro, prima di andarsene, offriva.
Non sempre le relazioni si chiudono del tutto oppure strutturano una fiducia di base rispetto alla capacità dei partner di fidarsi e riconoscere i propri punti di debolezza e di forza, per integrarli, unirli, equilibrarli. Talvolta, le relazioni assumono una dinamica ripetitiva: allontanarsi e riavvicinarsi; lasciarsi e riprendersi; stare vicini, ma non troppo; stare lontani, ma non troppo. Queste dinamiche disfunzionali causano continue ferite narcisistiche che compromettono il proprio equilibrio psichico, potenzialmente portando a una patologia individuale e/o alla rottura della relazione.
Questo schema crea ferite narcisistiche costanti e può compromettere profondamente l'equilibrio psichico, portando a un vissuto di Depressione. In queste relazioni, la mancanza dell'altro viene percepita come insopportabile, ma non per l'affetto perduto. Piuttosto, è l'incapacità di gestire le proprie fragilità emotive senza il sostegno esterno che genera il malessere.
Quando una relazione disfunzionale si interrompe, è comune sentire il peso della solitudine e il vuoto emotivo che essa porta con sé. Invece di affrontare e analizzare questi sentimenti, molte persone cercano immediatamente di colmare il vuoto attraverso la ricerca compulsiva di un nuovo partner. Questo tentativo di "adattamento" non si basa su un desiderio autentico di costruire una nuova relazione sana, ma su una spinta disperata a evitare il senso di angoscia e di vuoto interiore.
L'ansia da separazione e la paura del vuoto
Quando la relazione si spezza, spesso subentra un senso di ansia da separazione. La paura del vuoto emotivo e il timore di essere soli diventano protagonisti. Questo sentimento può spingere a cercare compulsivamente un altro partner, non per una reale connessione, ma per trovare una soluzione temporanea al proprio malessere. In queste situazioni, l’altro viene visto non come un partner, ma come un oggetto consolatorio, utile per alleviare il dolore emotivo e riparare le ferite narcisistiche.
La fragilità emotiva di queste persone le porta a idealizzare il nuovo partner, attribuendogli un potere salvifico che, in realtà, nessuno è in grado di offrire. La paura di rimanere soli diventa così forte che la persona è disposta a investire in relazioni che non sono basate su sentimenti genuini, ma su una ricerca di conferme per tamponare le proprie insicurezze. Questo schema, se ripetuto, può portare a una lunga serie di relazioni fallimentari, che rafforzano l'idea di non essere degni d'amore.
L'importanza di un'analisi profonda del vissuto
Per uscire da questo circolo vizioso, è fondamentale intraprendere un percorso di analisi profonda del proprio vissuto emotivo e delle dinamiche interne che hanno portato a tali situazioni. In questo contesto, la psicoterapia psicodinamica offre un'opportunità per esplorare e comprendere queste dinamiche collegate alla fine di una relazione.
Conclusione sulla fine di una relazione
Le relazioni disfunzionali, con il loro schema ripetitivo di allontanamento e riavvicinamento, sono spesso la manifestazione di ferite narcisistiche non risolte. Uscire da questo schema richiede una analisi accurata del proprio vissuto e delle proprie fragilità emotive, per evitare che l'altro diventi un semplice oggetto di conforto e per costruire relazioni più sane e appaganti.
ความคิดเห็น